Accadde Oggi – 4 settembre 1975, per la prima volta in Tv Spazio 1999, l’inizio di un mito…

 

 

Spazio 1999

 

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Accadde Oggi – 4 settembre 1975, per la prima volta in Tv Spazio 1999, l’inizio di un mito…

Il 4 settembre del 1975 nel Regno Unito veniva trasmessa la puntata pilota di Spazio 1999 – Fu subito un clamoroso successo.

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Il 9 settembre 1999 John Koenig assume il comando della base lunare Alpha, un’installazione scientifica permanente collocata nel cratere Plato, con il compito di approntare una spedizione esplorativa sul pianeta Meta, di recente scoperta. Nel frattempo incidenti e decessi inspiegabili colpiscono gli addetti a un deposito di scorie nucleari nonché gli astronauti candidati. Ben presto, si rileva un repentino aumento del campo magnetico generato dalle stesse scorie. Nonostante il tentativo disperato di evacuare i depositi, il 13 Settembre si innesca un’esplosione di incredibile violenza, tale da provocare l’uscita della Luna dall’orbita terrestre. Inizia per gli sventurati l’odissea per il Cosmo, venendo in contatto con civiltà aliene (ora ostili, ora amichevoli) e forme di vita insolite, che li inducono a una riflessione filosofica sul senso ultimo della vita.

Spazio 1999 nasce dal progetto di un sequel della serie UFO dal nome (provvisorio) UFO 1999. Gli ideatori, Gerry Anderson e la moglie Sylvia, non trovarono finanziamenti, così l’idea fu dapprima accantonata e poi ripresa, trasformandola drasticamente.

UFO 1999 doveva essere ambientato su una stazione lunare alle soglie del nuovo millennio. Passarono alcuni anni e nel 1973, tra mille difficoltà produttive e logistiche, i coniugi Anderson decisero di riprendere in mano la loro azzardata idea, e grazie ad una co-produzione fra la britannica ITC e l’italiana RAI venne realizzato l’episodio pilota (Separazione) di una nuova serie intitolata Spazio 1999, ambientata per l’appunto sulla base lunare Alpha1, istallazione scientifica di un avamposto umano col compito di organizzare una spedizione sullo sconosciuto pianeta Meta

Passata quasi inosservata, la puntata pilota venne ritrasmessa nel Regno Unito il 4 settembre del 1975 (in Italia arrivò solo nel gennaio del 1976), e riscosse subito un grandissimo successo, soprattutto per le storie avvincenti e ricche di colpi di colpi di scena disseminate per le varie puntate e soprattutto grazie all’ottimo design (erede dell’estetica di UFO) e degli strabilianti effetti speciali, realizzati dal celebre team di Bryan Johnson che aveva già lavorato a 2001: Odissea dello spazio e sarà nuovamente presente in Alien (1979) e Star Wars: L’impero colpisce ancora (1980).

La serie colpì subito il pubblico anche per il suo visionario immaginario grafico e le bellissime scenografie ricche di tecnologie futuribili per l’epoca, come computer, visori computerizzati e avveniristici videotelefoni ed ottenne un successo clamoroso.

La prima stagione, costituita da 24 episodi,  ottenne un grande riscontro grazie soprattutto alla presenza di un cast di grande spessore e di provenienza muticulturale, tra cui spiccano in prima linea Martin Landau e Barbara Brain rispettivamente nei ruoli del capitano Koening e della dottoressa Russell, all’epoca sposati e già avvezzi a lavorare assieme grazie alla precedente esperienza nella serie cult spionistica Mission: Impossibile (1966-1973).

Accanto ad essi figurano anche Nick Tate nelle vesti del capitano Alan Carter, Barry Morse alias professor Bergman e l’ormai iconica e sensuale Catherine Shell che nella seconda stagione vestirà i panni dell’aliena Maya. Senza poi contare le numerose presenze straordinarie che vanno da attori del calibro di Christopher Lee, Joan Collins e Peter Cushing, fino alle occasionali presenze nostrane di Orso Maria Guerrini, Gianni Garko, Carla Romanelli e Giancarlo Prete. Addirittura in alcuni episodi della seconda sfortunata stagione è più volte presente una mostruosa maschera aliena interpretata dal gigantesco David Prowse, che sarebbe divenuto in seguito famosissimo nell’indossare il celebre e tenebroso costume di Dart Fener nella saga di Star Wars.

Dopo il grande successo ottenuto dalla prima stagione i produttori della serie misero subito in cantiere un ideale seguito, purtroppo funestato da alcuni eventi imprevisti che, uno dopo l’altro, decretarono uno sconvolgente calo qualitativo della seconda stagione. Dopo il divorzio professionale e coniugale degli Anderson, si scelse di coinvolgere l’estroso americano Fred Freiberger, già a suo malgrado conosciuto nell’ambiente come “killer delle serie tv” e responsabile del flop della terza stagione di Star Trek e dell’insuccesso di L’Uomo da sei milioni di dollari e The Wild Wild West. Mosso da una pura e semplice sete di profitto tutta americana e senza alcun interesse particolare nei confronti della resa qualitativa, Freiberger decise di far scomparire alcuni personaggi essenziali e molto amati (tra i quali Victor Bergman, David Kano e Paul Morrow), optò per una radicale riduzione del budget che costruisce a ridurre ed impoverire gli ambienti e le tecnologie, sino ad una scrittura sconclusionata e priva dell’originalità dell’edizione precedente.

Tutto ciò causò non solo lo sconcerto dei fans ma addirittura lo sdegno degli stessi attori e tecnici, i quali ebbero più volte modo di lamentarsi dell’aria di dilettantismo e di poca serietà che si respirava sul set. Tutte queste problematiche non impedirono comunque ai 24 episodi della seconda stagione di venire trasmessi nella stagione 1977-78 (1979-80 in Italia), prima che una brusca interruzione abortisse per sempre l’ipotesi di un ulteriore seguito.

Prima di congedare in maniera frettolosa e poco nobile la serie, i produttori avevano pensato ad un ipotetico ed ideale finale ambientato in un remoto futuro nel quale i discendenti degli alphaniani, attraverso un viaggio nel tempo, vengono rimandati nel XXI° secolo per incontrare i loro progenitori, ma purtroppo di questa brillante idea di congedo rimane solo un pallido abbozzo di sceneggiatura mai completato.

Mossi dalla nostalgia e dal grande culto nato attorno alla serie nel corso dei decenni successivi, il 13 settembre 1999 (data coincidente con la famosa detonazione che causa la fuoriuscita della luna dall’orbita terreste e che da il via alla serie), un gruppo numerosissimo di fans vecchi e nuovi si riunì a Los Angeles per una straordinaria conventions a tema dal titolo “Breakway”, durante la quale venne proiettato un cortometraggio dal titolo “Messaggio da base lunare Alpha”, scritto dallo storico sceneggiatore della serie Johnny Bryne e prodotto amatorialmente dal fan club Fanderson, nel quale l’ormai anziana e celebre attrice Zenia Merton ritorna nei nostalgici panni dell’analista dati Sandra Benes per parlare con i terrestri ed informali che gli alphaniani si sono finalmente installati su di un nuovo pianeta.

Pensato come un tanto sospirato prologo ad un possibile sequel della storica serie, in realtà esso rappresenta niente di più che un commosso e definitivo omaggio ad uno dei fenomeni di culto televisivo che, per oltre quarantenni dal suo esordio sui piccoli schermi, è riuscito a crearsi un seguito senza pari, così come testimoniano le numerose riedizioni e le citazioni dirette ed indirette nel corso del tempo, divenendo un vero e proprio caposaldo della fantascienza raccontata in cinquanta minuti.

 

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