Accadde oggi: il 7 luglio del 1456, con la tempismo che la contraddistingue, la Chiesa riabilita Giovanna d’Arco dalle accuse di eresia. Peccato solo che fosse stata giustiziata sul rogo 25 anni prima!

 

Giovanna d'Arco

 

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Accadde oggi: il 7 luglio del 1456, con la tempismo che la contraddistingue, la Chiesa riabilita Giovanna d’Arco dalle accuse di eresia. Peccato solo che fosse stata giustiziata sul rogo 25 anni prima!

Giovanna d’Arco nasce il 6 gennaio 1412 a Domrémy, in Lorena (Francia), da una famiglia di poveri contadini. All’epoca e ormai da circa cinquant’anni la Francia era un paese continuamente in subbuglio, soprattutto a causa dei feudatari che – sobillati dalla monarchia inglese che puntava a conquistare la nazione – miravano a superare in potenza il sovrano.

Nel 1420, dopo anni di lotte sanguinose, la situazione precipita: un re inglese si fa riconoscere sovrano del Regno unito di Francia e d’Inghilterra, senza che Carlo VII (detto il Delfino), riesca a fronteggiare la disperata situazione in cui versa il suo paese.

Nel 1429, forte della sua fede, convinta di essere stata scelta da Dio per salvare la Francia piegata dalla guerra dei Cent’anni, Giovanna D’Arco, umile pastorella diciassettenne e analfabeta, dopo aver percorso 2500 chilometri si presenta alla corte di Carlo VII chiedendo di poter cavalcare – senza nessun comando – alla testa dell’esercito che andava a soccorrere Orléans, stretta d’assedio dall’esercito di Enrico VI.

Ero nel tredicesimo anno della mia vita, quando Dio mandò una voce per guidarmi. Dapprima rimasi spaventata: “Sono una povera ragazza che non sa né guerreggiare né filare” risposi. Ma l’angelo mi disse: “Verranno a te Santa Caterina e Santa Margherita. Opera come ti consigliano, perché loro sono mandate per consigliarti e guidarti e tu crederai a quanto esse ti diranno“.

Giovanna D’Arco alfine convince il Delfino che cede alle sue richieste. Così la ragazza che ormai  aveva infiammato l’animo di tutti i francesi, con un bianco stendardo sul quale vi erano scritti i nomi di Gesù e Maria, si pone alla testa dell’esercito che si proponeva di condurre alla vittoria.

Tra maggio e luglio la Pulzella e il suo esercito rompono l’assedio di Orléans, liberano la città e sconfiggono i nemici; il 7 luglio 1429 Carlo VII viene finalmente consacrato re. Alla grande vittoria purtroppo il sovrano, incerto ed esitante, non fa seguire un’azione militare risolutiva e Giovanna D’Arco viene lasciata sola.

Invano l’8 settembre organizza un’azione sotto le mura di Parigi; nonostante fosse stata ferita dalla freccia di un arciere nemico continua a combattere ma, alla fine, suo malgrado, deve obbedire ai capitani e ritirarsi da Parigi.

Giovanna però non si arrende; nella primavera del 1430 vuole marciare su Compiègne per difenderla dagli anglo-borgognoni. Durante una ricognizione cade in un’imboscata, viene catturata e consegnata a Giovanni di Lussemburgo, che la cede a sua volta come bottino di guerra agli Inglesi. Carlo VII non tenta neppure di liberarla.

Comincia allora il martirio del carcere e l’onta dei processi; tradotta a Rouen, davanti a un tribunale di ecclesiastici, nel 1431 viene incolpata di eresia ed empietà, false accuse che tendevano a celare il significato politico della sua condanna.

All’alba del 30 maggio 1431 la Pulzella d’Orlèans viene arsa viva. Tra il fumo e le faville, mentre già il suo corpo era avvolto dalle fiamme, fu udita gridare con voce forte, per sei volte: “Gesù!” – poi chinò la testa e spirò.

Siamo tutti perduti! – gridarono i carnefici – abbiamo bruciato una santa“.

Auando Carlo VII rioccupa Rouen, Giovanna viene riabilitata.

Beatificata nel 1909 da Pio X e canonizzata nel 1920 da Benedetto XV, Giovanna fu proclamata patrona di Francia. Giovanna d’Arco ha ispirato scrittori e musicisti, come Shakespeare, Schiller, Giuseppe Verdi, Liszt e G. B. Shaw, esaltata come simbolo di fede, di eroismo e di amore patriottico.

 

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