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Amarcord – 31 gennaio 1976, debutta sulle nostre Tv Spazio 1999, l’indimenticabile serie Tv di fantascienza che tenne una generazione attaccata alla Tv…
Forse i più giovani non sanno neanche di cosa stiamo parlando, non ricordano più Spazio 1999 e non capiscono l’entusiasmo di noi “vecchietti” nel ricordarlo…
La prima stagione di Spazio 1999, trasmessa in Gran Bretagna nel 1973-1975, da noi fu proposta in maniera piuttosto caotica dal Secondo Programma (l’attuale Rai Due): i primi sei episodi il sabato alle 22 dal 31 gennaio al 6 marzo 1976; altri sei episodi alle 20.45 di giovedì dal primo luglio al 5 agosto 1976; gli ultimi dodici episodi furono mandati in onda la domenica alle 19 dal 31 ottobre 1976 fino al 09 gennaio 1977.
La seconda stagione del 1976 fu trasmessa su Rai Uno alle 19.05 a partire da venerdì 6 aprile 1979, con gli episodi divisi in due parti e in onda tutti i giorni tranne la domenica.
Questa seconda serie fu coprodotta non più con l’Italia, ma con la società dello statunitense Fred Freiberger. Non fu una scelta felice, perché il nuovo socio americano chiese di “movimentare” la storia aumentando l’azione e il numero degli alieni e “mostriciattoli” vari, ma il risultato non fu gradito ai più.
Oltretutto sparirono senza precise spiegazioni alcuni personaggi a cui gli spettatori erano affezionati (vedi per esempio Paul Morrow, ma soprattutto il mitico Prof. Victor Bergman) mentre ne furono introdotti altri.
La prima serie è sicuramente la migliore delle due: più lenta e riflessiva ma di sicuro più carismatica, ed è quella a cui i fan sono più legati.
La premessa della storia è semplice quanto geniale: in un futuro non troppo remoto (novembre del 1999 visto con gli occhi di chi viveva nel 1975, quindi quasi un quarto di secolo prima) la Luna è stata colonizzata. La base Alpha è l’avamposto autonomo dove vivono 311 terrestri. Struttura autonoma e alimentata ad energia atomica, serve per fare ricerca ma anche per smaltire i residui radioattivi, principale fonte di energia della Terra. Inoltre, dopo la scoperta di un remoto pianeta forse abitato, Meta, che spedisce segnali radio verso la Terra, la base lunare Alpha diventa il punto critico di preparazione per la missione esplorativa.
A questo punto inizia la serie: il primo episodio parte con il mistero di nove piloti di astronave morti in modo misterioso. Per risolverlo viene rimosso il vecchio e inaffidabile comandante della base, il russo Gorski, sostituito dal nuovo comandante John Koenig (Martin Landau), che fa parte assieme alla dottoressa Helena Russell (Barbara Bain) e al dottor Victor Bergman (Barry Morse) del pacchetto di comando. Accanto a loro ci sono il vice comandante della prima stagione (Paul Marrow, interpretato da Prentis Hancock) e poi da quello della seconda stagione (Tony Verdeschi, interpretato da Tony Anholt), il comandante della flotta delle Aquile, Alan Carter (Nick Tate), l’informatico Sandra Benes (Zienia Merton) e, dalla seconda stagione, Maya (Catherine Schell), aliena che diventa membro dell’equipaggio, capace di cambiare forma in animali e vero “salto dello squalo” della serie, anche se è molto amata da parte degli spettatori più piccoli.
Il fatto è che i rifiuti nucleari esplodono e proiettano la Luna nel cosmo, che diventa così una sorta di pianeta-itinerante. La traiettoria della base Alpha è infinita (la storia non si conclude) e permette di perpetuare il tema del viaggio in una declinazione non banale. L’infinito andare, con una base che pare non esaurire mai le risorse (questa sì un capolavoro di pensiero fantascientifico: quattro chilometri di larghezza, fatta a cerchi concentrici, con parti che arrivano a un chilometro di profondità; una meraviglia, insomma), permette di trovare spunti continui, sulla falsariga della missione quinquennale della prima serie di Star Trek, di quasi un decennio precedente.
La cosa che gli amanti del genere ricordano di più sono i modellini delle astronavi da trasporto usate dai lunariani: si chiamano Aquile, sono modulari, con un corpo “tralicciato” con struttura ben in evidenza, carico sostituitibile (il modulo abitabile), quattro grandi zampe per l’atterraggio e una “testa” facilmente riconoscibile.
Spazio 1999 è durato poco ma ha avuto un impatto fenomenale. Come altri capisaldi della fantascienza prima di lui (soprattutto il film di Stanley Kubrick, Odissea nello spazio) ha una gestione dell’esterno, cioè dello spazio, notevole.
Certo, ci sono un sacco di “errori” di scienza (Isaac Asimov dedicò due articoli agli errori scientifici commessi dagli autori della serie, compresa l’idea che il lato oscuro della Luna fosse effettivamente buio, mentre viene in realtà illuminato dal Sole per quindici giorni di fila e poi la stessa cosa accade al lato che guarda la Terra: è considerato ‘oscuro’ nel senso che non si vede mai dal nostro pianeta ed è stato fotografato e mappato per la prima volta dai sovietici nel 1959). Ma ci sono anche molte cose giuste e tante cose bellissime. L’insieme di meccanismi di funzionamento della base lunare, con i pod dove atterrano le Aquile, che poi scendono nell’hangar sotterraneo, tutto minuziosamente animato con giganteschi modellini che utilizzano sbuffi di fumo e gas per dare la sensazione del movimento e dei razzi, sono deliziosi.
Tuttavia, Spazio 1999 è anche una serie estremamente cupa. Pensata come fantascienza d’azione “adulta”, vede nella ricerca di toni neri, montaggio lunghi e angoscianti, nell’uso di situazioni costantemente drammatiche, la sua caratteristica principale.
Una serie che però riesce a colpire ed a rapire, forse proprio per le sue caratteristiche così lontane dalla “fantascienza fumetto” delle serie americane – tanti appassionati.
Alla fine furono realizzati 24 episodi per stagione, per un totale di 48 episodi.
I Personaggi
Il servizio medico della base lunare è garantito dalla dottoressa americana Helena (Helen) Russell, interpretata da Barbara Bain, all’epoca sposata con Martin Landau. Anche nei panni dei due personaggi non nascondono una reciproca attrazione, sebbene la dottoressa cerchi sempre di mantenersi distaccata e professionale.
Suo assistente è il dottor Bob Mathias (Anton Phillips), viceufficiale medico che prende molto a cuore il suo lavoro.
Il professore inglese Victor Bergman (Barry Morse) si occupa del settore scientifico. Riveste il ruolo di confidente del comandante e tutti si rivolgono a lui quando ci sono problemi all’apparenza irrisolvibili.
Il vicecomandante di Moonbase Alpha è Paul Morrow (Prentis Hancock). Flirta con il tecnico informatico Sandra e come hobby suona la chitarra.
Sandra Benes (Zienia Merton), tecnico informatico, dopo la morte del pilota Mike Ryan si affeziona al vicecomandante Paul Morrow.
L’australiano Alan Carter (Nick Tate) è il pilota comandante delle flotta delle Aquile, astronavicelle in grado di sparare raggi laser. Quando ci fu l’esplosione delle scorie nucleari, Alan era in volo verso la Terra, ma decise di tornare indietro per aiutare i compagni.
David Kano (Clifton Jones), capoingegnere informatico. Si occupa del computer della base, che tratta quasi come un figlio. Subentra a Benjamin Ouma: l’attore Lon Satton, che lo interpretava, infatti, abbandonò il set dopo il primo episodio per una disputa contrattuale. Kano è un’altro dei personaggi che scompare nella seconda serie senza dare una spiegazione precisa.
Maya (Catherine Schell) viene introdotta all’inizio della seconda serie. Si tratta dell’ultima superstite del pianeta Psycho. Prende il posto di Bergman come esperto scientifico, ha il potere di assumere qualsiasi forma di vita animale o umanoide.
Altro nuovo personaggio della seconda serie è Tony Verdeschi (Tony Anholt), che diventa il vicecomandante della base in sostituzione di Morrow. Intreccia una storia d’amore con Maya, e tra i suoi pensieri fissi c’è quello di realizzare una bevanda il più possibile simile alla birra.
Il primo episodio –
Spazio 1999 ultimo piccolo episodio conclusivo registrato nel 1999
Questo video fu registrato nel 1999 come conclusione della serie ed è possibile trovarlo nei contenuti extra dei dvd della serie completa.