Il 24 luglio del 1802 nasceva Alexandre Dumas padre – Un ricordo con alcuni dei suoi più acuti pensieri

 

Alexandre Dumas padre

 

 

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Il 24 luglio del 1802 nasceva Alexandre Dumas padre – Un ricordo con alcuni dei suoi più acuti pensieri

Con personaggi senza tempo come D’Artagnan ed Edmond Dantès Alexandre Dumas ha lasciato un’impronta marcata nella letteratura mondiale, da cui viene celebrato come “maestro del romanzo storico”.

Nato a Villers-Cotterêts, piccolo comune a 70 km da Parigi, il 24 luglio del 1802 e morto a Dieppe nel dicembre del 1870, il destino prima gli voltò le spalle, lasciandolo orfano del padre a tre anni, ma poi sembrò ripagarlo quando ottenne il lavoro di copista alla corte del Duca di Orleans, futuro re di Francia col nome di Luigi Filippo I.

Quegli anni vissuti a contatto con l’alta aristocrazia francese si rivelarono un prezioso patrimonio, cui attingere per i suoi romanzi più celebri: da I tre Moschettieri (primo capitolo di una trilogia) a Il conte di Montecristo, passando per La regina Margot.

Tra i massimi autori della tradizione francese, è in assoluto lo scrittore che ha ispirato il maggior numero di trasposizioni cinematografiche e televisive.

Alexandre Dumas guadagnò con la sua attività di romanziere una fortuna, che dilapidò in viaggi, amanti, amici, vini costosi. Abitò al ‘Palazzo Montecristo’, dove era sistematicamente assediato da parassiti, postulanti e creditori.

Ebbe 2 figli legittimi e 4 illegittimi. Il suo figlio omonimo, Alexandre Dumas, anch’egli scrittore e autore, è noto soprattutto per il romanzo La signora delle camelie.

 

Le frasi più belle di Alexandre Dumas padre

  • L’uomo nasce senza denti, senza capelli e senza illusioni, e muore allo stesso modo, senza capelli, senza denti e senza illusioni.

  • Un birbante non ride come un uomo onesto, un ipocrita non piange le stesse lagrime di un uomo di buona fede. Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po’ di attenzione, a distinguerla dal volto.

  • In generale, si chiedono consigli solo per non seguirli o, se si seguono, è per avere qualcuno da rimproverare per averli dati.

  • Tu sei giovane, ed i tuoi più amari ricordi hanno tempo di trasformarsi nelle più tenere memorie.

  • Il coraggio incute rispetto anche ai nemici.

  • Anche quando si mangia molto, non si mangia che una volta.

  • Pazzi o eroi, due categorie di imbecilli molto simili tra loro.

  • Ma avremmo torto se volessimo giudicare le azioni di un’epoca dal punto di vista di un’altra epoca.

  • Nulla fa passare il tempo e abbrevia la strada come un pensiero in cui si assorbiscano tutte le facoltà intellettive.

  • E’ solo col proprio coraggio, mettetevelo ben in mente, che ai nostri giorni un gentiluomo può farsi strada. Chiunque abbia un solo attimo di paura lascia forse sfuggire l’esca che, proprio in quell’attimo, la fortuna gli tendeva.

  • I curiosi bevono le nostre lacrime, come le mosche succhiano il sangue di un daino ferito.

  • L’amore è la più egoistica di tutte le passioni.

  • Le mani, soprattutto quelle delle donne, hanno bisogno di rimanere oziose per restare belle.

  • E’ già abbastanza faticoso difendere i propri amici e ricompensarli, perché ci si debba occupare anche dei nemici.

  • Dove troverete un amore simile al mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono spegnere; un amore che si accontenta di un nastro smarrito, di uno sguardo perduto, di una parola sfuggita?

  • L’amore è un sentimento che si nutre di agi e ingigantisce attraverso la corruzione.

  • La vita è un rosario di piccole miserie, che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me signori: mettevi a tavola e beviamo: l’avvenire non sembra mai così roseo, come quando lo si guarda attraverso un bicchiere di chambertin.

  • Polvere quale sono, rientro nella polvere. La vita è piena d’umiliazioni e di dolori, tutti i fili che la legano alla felicità si rompono in mano all’uomo uno dopo l’altro, soprattutto i fili d’oro.

  • Il silenzio è l’ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d’un daino ferito.

  • Il fondo del carattere di mastro Bonacieux era un profondo egoismo mescolato a una sordida avarizia; il tutto abbellito da una estrema viltà.

  • Non ci sono folli speranze se non per gli sciocchi.

  • Io non ho mai le idee così chiare come quando ho bevuto.

  • Quando chiudo gli occhi, rivedo tutto quello che ho visto. Ci sono due sguardi, quello del corpo e quello dell’anima. Quello del corpo qualche volta può scordare, quello dell’anima ricorda sempre.

  • Ora l’uomo sarà perfetto solo quando saprà distruggere e creare come Dio, ma distruggere lo sa già: metà della strada è fatta.

  • Il mondo è dunque popolato di tigri e coccodrilli? Sì, solo che le tigri e i coccodrilli a due gambe sono più pericolosi di quelli veri.

  • Ho nel cuore tre sentimenti con i quali non ci si annoia mai: la tristezza, l’amore e la riconoscenza.

  • Mai un uomo veramente innamorato ha permesso agli orologi di compiere in pace il loro cammino.

  • Quel fascino indefinito che in una donna è ciò che il profumo è per il fiore, ciò che il sapore è per il frutto: perché a un fiore non basta essere tale per essere bello, a un frutto per essere buono.

  • Ci vuole la sciagura per scavare certe miniere misteriose nascoste nell’intelligenza umana; ci vuole la pressione per far esplodere la polvere.

  • L’odio è cieco, la collera sorda, e colui che vi mesce la vendetta, corre pericolo di bere una bevanda amara.

  • In politica, mio caro, lo sapete quanto me, non ci sono uomini ma idee; non sentimenti ma interessi; in politica non si uccide un uomo: si elimina un ostacolo, ecco tutto.

  • Le cose procedono da sole; quando voi non ci pensate, sono loro che pensano a voi, e quando vi girate restate stupito del cammino che hanno fatto.

  • Il cuore della donna è fatto così: per quanto diventi arido al vento dei pregiudizi o per le esigenze dell’etichetta, c’è sempre un angolo fertile e ridente, quello che Dio ha consacrato all’amore materno.

  • Dantès, che tre mesi prima non aspirava ad altro che alla libertà, ora non si accontentava più della libertà e aspirava alla ricchezza; la colpa non era di Dantès ma di Dio che, limitando la potenza dell’uomo, ha suscitato in lui desideri infiniti!

  • La giovinezza è un fiore di cui l’amore è il frutto… Felice il vendemmiatore che lo coglie dopo averlo visto lentamente maturare.

  • Non si ama davvero che una sola volta…

  • I filosofi hanno un bel dire, ma gli uomini pratici daranno loro sempre una smentita: il denaro consola molte afflizioni

  • Sono colui che avete venduto, denunciato, disonorato, sono colui al quale avete prostituito la fidanzata; sono colui che avete calpestato per fare fortuna; sono colui al quale avete fatto morire il padre di fame; sono colui che vi aveva condannato a morire di fame e che invece vi perdona, perché egli stesso ha bisogno di perdono: sono Edmond Dantés!

  • Fai vedere che ti dai importanza, e ti sarà data importanza, assioma cento volte più utile nella nostra società di quello dei greci “conosci te stesso”, rimpiazzato ai giorni nostri dall’arte meno difficile e più vantaggiosa di conoscere gli altri

  • Viaggiare significa vivere in tutta la pienezza del termine; è dimenticare il passato e l’avvenire per il presente; è respirare completamente, godere di tutto, impadronirsi della creazione come di una cosa che ti appartiene, è cercare nella terra miniere d’oro che nessuno ha scavato, nell’aria meraviglie che nessuno ha visto.

  • Per l’uomo felice la preghiera rimane un insieme monotono e privo di senso fino al giorno in cui il dolore viene a spiegare all’infelice questo linguaggio sublime per mezzo del quale si rivolge a Dio.

  • Gli amici che abbiamo perduto non riposano nella terra, sono sepolti nel nostro cuore; è Dio che ha voluto così perché li avessimo sempre con noi.

  • A ogni male ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio.

  • Negli affari non ci sono amici, soltanto soci.

  • A Roma la mia biblioteca conteneva circa cinquemila volumi. A furia di leggerli e rileggerli ho scoperto che con centocinquanta opere ben scelte si possiede, se non l’intero compendio delle conoscenze umane, almeno tutto ciò che è utile a uno studioso.

  • La felicità è come quei palazzi delle isole incantate alle cui porte stanno a difesa i draghi: bisogna combattere per conquistarli.

  • Imparare non significa sapere; ci sono gli eruditi e i sapienti: i primi li fa la memoria, i secondi la filosofia.

  • È proprio degli spiriti prostrati vedere ogni cosa attraverso un velo nero; è l’anima che si crea i suoi orizzonti; la vostra anima è incupita e vi presenta un cielo tempestoso.

  • Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità.

  • Che cosa è la morte per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio.

  • Perché piace una persona? Perché la si detesta? Io la detesto per antipatia. O per istinto, come sempre.

  • Dio vuole che l’uomo da lui creato e nel cuore del quale ha profondamente scolpito l’amore della vita, faccia tutto ciò che può per conservare questa esistenza, spesso penosa, ma sempre cara.

  • Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera.

  • Il muovere contesa a un uomo è un cattivo mezzo per piacere alla donna che ama quest’uomo.

  • Prima di aver paura, si vede giusto; mentre si ha paura, si vede doppio; dopo aver avuto paura, si vede torbido.

  • Le invenzioni umane vanno dal complesso al semplice, e la semplicità è sempre la perfezione.

  • Non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerà di svelare all’uomo i segreti dell’avvenire, tutta la più alta sapienza d’un uomo consisterà in queste due parole: “Attendere e sperare”.

  • Parlare dei propri mali è già una consolazione.

  • E’ una delle forme di orgoglio della nostra povera umanità che ognuno si creda più infelice di un altro che piange e geme accanto a lui.

  • Entrando nel passato, dimentico il presente; avanzando libero e indipendente nella storia, non ricordo più che sono prigioniero.

  • Vi sono esseri che hanno sofferto tanto, e che non solo non sono morti, ma hanno edificato una nuova fortuna sulla rovina di tutte le promesse di felicità che il cielo aveva loro fatte.

  • Quando si pensa che con questa carta si può ammazzare un uomo con più facilità che se si attendesse all’angolo di un bosco per assassinarlo. Ho sempre avuto più paura di una bottiglia di inchiostro, di una penna e di un calamaio, che non di una spada o di una pistola.

  • Ho sperato… L’uomo è una povera e miserabile creatura! Che cosa ho sperato! Non lo so, qualche cosa d’ignoto, d’assurdo, d’insensato… un prodigio! E quale? Può dirlo Dio solo, che ha mischiato alla nostra ragione il sentimento della speranza.

  • La morte è, a seconda delle cure che poniamo nel metterci in buona o cattiva armonia con essa, un’amica che ci culla dolcemente come una nemica che strappa violentemente l’anima dal corpo.

  • Le madri perdonano sempre… è per questo che sono venute al mondo.

  • L’orgoglio ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l’invidia.

  • Certe donne amano talmente il proprio marito che per non sciuparlo prendono quello delle loro amiche.

  • Quando l’amore sfrenato entra nel cuore, va rosicchiando tutti gli altri sentimenti; vive alle spese dell’onore, della fede e della parola data.

  • E il mio genio, che cosa sarà del mio genio mentre io procurerò di mettere le cose in ordine?

  • Le preoccupazioni e le amarezze sono quasi sempre le uniche ricompense per le persone oneste, colpevoli soltanto di essersi adoperate per gli altri dimenticandosi di se stesse.

  • Qual è la differenza tra la figura del conquistatore e quella del pirata? La stessa che c’è tra l’aquila e l’avvoltoio.

  • A volte si è talmente sofferto da essere in diritto di non dover mai dire: “Sono troppo felice”

  • La donna è come una buona tazza di caffè: la prima volta che se ne prende non lascia dormire.

  • Dio, nella sua divina previdenza, non ha dato la barba alle donne perché esse non sarebbero state capaci di tacere mentre venivano rasate.

  • Le opinioni sono come i chiodi: più vi battete sopra e più quelle penetrano.

  • Ci sono servigi così grandi che si possono ripagare soltanto con l’ingratitudine.

  • Più felice ancora dell’uomo più felice è colui che può rendere felici gli altri.

  • Solo un uomo che ha sentito la disperazione finale è capace di sentire la beatitudine finale.

  • L’immaginazione ha il volo dell’angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità.

  • In tempi in cui la canaglia veste come i principi, credo che questi diano prova di buon gusto vestendosi, per distinguersi, come la canaglia.

  • Il vino è la componente intellettuale di un pasto; le carni ne sono soltanto la parte materiale.

  • Nascendo, l’uomo ha ricevuto dal suo stomaco l’ordine di mangiare tre volte al giorno, per recuperare le forze che gli tolgono il lavoro e più spesso ancora la pigrizia.

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