.
.
SEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE FACEBOOK: Elogio alla Follia e Memory
.
.
Il giudizio severo di Pier Paolo Pasolini – Più che una poesia, una fotografia oggi più attuale che mai: “Gli italiani”
Questa poesia rappresenta un giudizio molto severo sugli Italiani. La critica, per nulla velata, di Pasolini è alla passività della nostra gente. Pasolini inizia con un’affermazione precisa: “l’intelligenza non avrà mai peso, mai – nel giudizio di questa pubblica opinione”.
Gli Italiani (già allora) non si indignano di fronte ai fatti gravi. Peggio ancora, le idee sono irreali, così come le passioni. La viltà dilagante porta a veder morire in modo atroce gli altri con assoluta indifferenza.
In questo stato di cose, Pasolini afferma che alzare la voce, la sua voce per indignarsi, è inutile, non ha più senso. E alla fine anche lui muore e anche questo, conclude la poesia, gli nuoce.
La particolarità della poesia sta nel fatto che è ancora attuale. Una fotografia del popolo Italiano di allora che si sovrappone e si adatta al popolo Italiano dei giorni nostri. Passano gli anni, cambiano gli scenari politici e sociali, eppure i mali del Paese come l’indifferenza, la passività di fronte alla morte e alla sofferenza e molti altri ancora, rimangono.
Sembra che i versi stiano parlando della nostra società, siano stati scritti in questi giorni.
E viene da domandarsi che cosa scriverebbe oggi Pasolini della nostra società. Forse denuncerebbe l’incapacità cronica, dopo decenni, di superare l’indifferenza e la viltà di cui già ci aveva parlato…
Gli italiani
L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza –
alzare la mia sola puerile voce –
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.
Pier Paolo Pasolini
POPOLO D’ITALI ANI
Questo popolo morto che trapassa
senza fede tra ninnoli cristiani,
col viso amaro e con la schiena bassa,
ha l’orgoglioso nome di Itali ani:
è la mia gente, che pascola e s’ingrassa
senza storia nei riti aridi e vani
delle giornate eguali, opaca massa
che ringrazia per l’osso, come i cani.
E non sa più sperare né fermarsi
solo un istante a deporre la croce,
e pensare al dolore o a un sorriso:
se chi l’ama gli insegna a ribellarsi,
scalcia furioso e sputa odio feroce.
Ma se lo prende in culo, è il paradiso.