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Le canzoni contro il razzismo – Caparezza: “Vengo dalla Luna”
Caparezza scrive e pubblica Vengo dalla luna nel 2003, e con il passare degli anni la canzone gonfia la sua aura di attualità, quasi prevedendo in anticipo la cronicizzazione di certe frasi, il loro entrare di petto nella retorica quotidiana legata allo straniero. È iperbanale dirlo, ma è un dato di fatto: Vengo dalla Luna pare scritta oggi!
Vengo dalla luna è basata su uno degli archetipi più frequenti dell’immaginario sci-fi, se non il suo classico: l’alieno venuto da un altro pianeta che costringe, con la sua presenza, a ribaltare il punto di vista sulla Terra, mostrandone paure, contraddizioni e ipocrisie. Caparezza lo sviscera attingendo direttamente a una delle sue letture sotterranee più frequenti: la paura del diverso.
Qui è utile ricordare che il suo linguaggio non ammette l’induzione e la deduzione suggerita: Caparezza affronta la materia in modo sempre centrale, in un certo senso sbattendo sul muso dell’ascoltatore la sua riflessione civilista. È un prendere o lasciare, e chi prende ci si abitua e si fa la mano: per un sasso scagliato nello stagno Caparezza preferisce focalizzarsi sulla mano (o il pugno) che l’ha gettato, piuttosto che guardare la propagazione delle onde sulla superficie attendendo che chi possa cogliere colga.
Rigorosamente atterrato non per desiderio ma per fatalità, l’alieno rinfaccia al terrestre l’ipocrisia della sua religiosità pagana (il santo attaccato al cruscotto), il machismo sbandierato come affermazione di potere, vanificato con irriverenza da una facile cornificazione (“non è colpa mia / se la tua tipa di cognome fa Pompilio come Numa”), una generale limitatezza del pensiero che gli impedisce il calarsi nei panni della difficoltà dell’altro (“La rotta ho perso / Che vuoi che ti dica / Tu sei nato qui / Perché qui ti ha partorito una fica”).
Vengo dalla Luna
Che il cielo vi attraversa
E trovo inopportuna la paura
Per una cultura diversa
Che su di me riversa
La sua follia perversa
Arriva al punto che quando mi vede sterza
Vuole mettermi sotto ‘sto signorotto
Che si fa vanto del santo attaccato sul cruscotto
Non ha capito che sono disposto
A stare sotto
Solamente quando fotto
(Torna al tuo paese sei diverso)
Impossibile, vengo dall’universo
La rotta ho perso, che vuoi che ti dica
Tu sei nato qui
Perché qui ti ha partorito una fica
In che saresti migliore?
Fammi il favore compare
Qui non c’è affare che tu possa meritare
Sei confinato
Ma nel tuo stato mentale
Io sono lunatico
E pratico dove cazzo mi pare
Io non sono bianco
Io non sono attivo
Io non sono stanco
Io non provengo da nazione alcuna
Io, sì, io vengo dalla luna
Io non sono pazzo
Io non sono vero
Io non sono falso
Io non ti porto jella né fortuna
Io, sì, ti porto sulla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo, vengo
Perché ti fotto il lavoro
Perché ti fotto la macchina
O ti fotto la tipa sotto la luna
Cosa vuoi che sia poi, non è colpa mia
Se la tua donna di cognome fa Pompilio come Numa
Dici che sono brutto, che puzzo come un ratto
Ma sei un coatto e soprattutto non sei
Paul Newman
Non mi prende che di striscio la tua fiction
E piscio sul tuo show che fila liscio come il Truman
Ho nostalgia della mia luna leggera
Ricordo una sera le stelle d’una bandiera ma era
Una speranza, era
Una frontiera, era
La primavera di una nuova era, era
(Stupido ti riempiamo di ninnoli da subito
In cambio del tuo stato di libero suddito)
No!
È una proposta inopportuna
Tieniti la terra uomo
Io voglio la luna
Io non sono bianco
Io non sono attivo
Io non sono stanco
Io non provengo da nazione alcuna
Io, sì, io vengo dalla luna
Io non sono pazzo
Io non sono vero
Io non sono falso
Io non ti porto jella né fortuna
Io, sì, ti porto sulla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo, vengo
Trovarmi qui
Ospite inatteso
Peso indesiderato arreso
Complici satelliti che
Riflettono un benessere artificiale
Luna sotto la quale parlare d’amore
Davanti al tuo televisore
La verità
Della tua mentalità
È che la fiction sia meglio
Della vita reale
Chi invece è imprevedibile
Chi non è frutto
Di qualcosa già scritto
Su un libro che hai già letto tutto
Ma io, io, io no, io, io, io oh
Io (io) vengo (vengo) dalla luna
Io (io) vengo (vengo) dalla luna
Io (io) vengo (vengo) vengo (vengo)