L’insegnamento di Pepe Mujica: Il coronavirus ci ricorda che non siamo proprietari del mondo

 

 

Pepe Mujica

 

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L’insegnamento di Pepe Mujica: Il coronavirus ci ricorda che non siamo proprietari del mondo

Pepe Mujica, ex Presidente dell’Uruguay, parlando col giornalista Jordi Évole, in una video-intervista rilasciata dalla sua casa. a proposito dell’emergenza sanitaria mondiale del Covid-19.

Il coronavirus metterà fine alla globalizzazione capitalista?

No, non sarà il virus a decretare la fine del capitalismo. Questo dovrà venire dalla volontà organizzata degli uomini, che sono stati quelli che lo hanno creato. E’ l’uomo che deve demolire il capitalismo. Il dio mercato è la religione fanatica del nostro tempo, governa tutto, non credo che sarà il coranavirus a fermarlo…

Non so se quella che viviamo sia una situazione reversibile, ma dobbiamo lottare affinché lo diventi. Questo virus ci spaventa e prendiamo un certo grado di misure quasi eroiche. Sul piano del mercato e della globalizzazione bisognerebbe rispettare e non oltrepassare determinati limiti e certi parametri.

I governi mondiali hanno sottovalutato la questione, hanno creduto che fosse un problema solo cinese, e ora invece lo è diventato per tutti.

Pensa che da questa pandemia possa uscire qualcosa di buono?

Grazie a questo “spavento mondiale” potrebbe emergere un po’ più di generosità e meno egoismo. Ma mi domando perché alcuni “vecchietti” continuino ad accumulare denaro… E’ senza senso. Parlo dei miliardari, di gente che vive solo per concentrare la ricchezza.

Non capisco che cosa diavolo vogliano ancora, una manciata di “vecchietti” che bramano sempre più soldi. Perché non smettono di fare casini in giro? Se tanto poi alla fine, ad esempio ora, con il coronavirus, vanno a morire come qualsiasi altra persona”, dice Mujica  riferendosi ai grandi uomini d’affari e ai grandi investitori.

Non siamo in guerra, questa è una sfida che la biologia e la Terra ci pongono per ricordarci che non siamo i proprietari assoluti del mondo, anche se così ci sembra. Questa crisi talmente grave può servire per ricordarci che i problemi globali sono anche i nostri problemi.

Dobbiamo combattere l’egoismo che ci portiamo dentro al fine di sconfiggere il coronavirus, dobbiamo diventare socialmente uniti gli uni agli altri e (scuotendo il capo) poco o niente hanno fatto per mettere fine alla distruzione ambientale e degli ecosistemi.

Ma non lasciamoci ingannare… non è un problema ecologico, bensì politico. L’essere umano non ha mai avuto così tante risorse, capacità e capitali per fermare questi fenomeni di distruzione del pianeta. Stiamo andando verso un “olocausto ecologico”. Stanno preparando una padella gigantesca per friggerci…

La peggiore solitudine è quella che abbiamo dentro; è tempo di meditare. Parla con te stesso e cerca di immaginare una finestra sul cielo. A ognuno di voi che si sente triste e sconfortato da questi momenti, dico: Finché avrete una ragione per vivere e combattere, non avrete tempo per la tristezza.

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